La decisione di Sedita mi colpisce dolorosamente. La prima ragione di rammarico è la perdita di un amico con il quale ho condiviso una lunga militanza, culminata nella attività in seno al Dipartimento Sanità. La seconda ragione è la disgregazione del partito, alla quale mi sono sempre opposto anche in seno all'esecutivo con argomenti tuttavia non sempre condivisi. Mi era parso tuttavia che il discorso finale del Presidente in occasione dell'Assemblea di Roma del 2-3 ottobre fosse chiaramente favorevole ad una riorganizzazione del partito in senso democratico, rinviando tuttavia tale processo al periodo seguente le elezioni regionali.

Tale attesa purtroppo si sta rivelando fatale, perché le prospettive elettorali hanno accentuato rivalità e chiusure. Io spero che questi avvenimenti, insieme ad altri meno clamorosi, ma altrettanto corrosivi, diano la sveglia al partito e che si affronti in tempi rapidi la questione di cosa vogliamo essere e se vogliamo inviare al paese un messaggio che sia differente da quello della maggioranza dei partiti. Conservo amicizia ed affetto e la speranza che le nostre strade si incontrino nuovamente.