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RASSEGNA STAMPA
n. 1041
del 02/02/2006
PARTITO DEMOCRATICO, IN LOMBARDIA LISTA CIVICA VINCENTE
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Al Senato un sondaggio la dà al 3,5%, decisiva per battere la Cdl. Il promotore Sarfatti: Ds e Dl si convincano

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Sembrava un capitolo chiuso, quello delle «liste civiche per il partito democratico». E invece potrebbe riaprirsi. Nel Nord, almeno. E’ vero che Ds e Margherita, che intendono contarsi al Senato, e stabilire così i rapporti di forza tra di loro, sono poco propensi a riprendere questo discorso, ma in Lombardia, Veneto e Piemonte c’è chi non ha perso ogni speranza ed è pronto a scendere in campo. E’ il caso, ad esempio, di Riccardo Sarfatti, coordinatore regionale dell’Unione in Lombardia, che chiede un ulteriore «atto di generosità» alla Quercia e ai Dl. E lo fa forte di un sondaggio sulle intenzioni di voto effettuato nella sua regione da «Demetra» tra il 24 e il 26 gennaio. Da quei dati emerge uno scenario interessante: con la presentazione di una lista civica per il partito democratico (stimata intorno al 3,5 per cento) il centrosinistra, al Senato, potrebbe battere la Casa delle Libertà. Ossia potrebbe guadagnare il 49,9 per cento dei consensi contro il 47,8 dell’attuale maggioranza.

Indubbiamente è un sondaggio che fa riflettere e che potrebbe indurre a qualche ripensamento rispetto alla linea adottata sulle liste civiche. «C’è tutto un mondo - spiega il coordinatore dell’Unione in Lombardia - che è interessato a questo progetto, che punta a un partito riformista, ma che difficilmente voterebbe le formazioni politiche classiche come i Ds e la Margherita. E questo discorso vale anche per il Veneto e il Piemonte». Anche perché una parte di questi potenziali elettori magari hanno gravitato intorno al centrodestra fino a qualche tempo fa. Secondo Sarfatti, comunque, «c’è una specificità dei territori del Nord che i partiti politici faticano a capire e a rappresentare, come dimostra il fenomeno della Lega».

E’ facile, però, obiettare a Sarfatti che Dielle e Quercia hanno già lasciato intendere di voler bloccare un’operazione del genere. Le liste civiche per il partito democratico, infatti, potrebbero rosicchiare i consensi dei diessini e della Margherita. Ma il coordinatore lombardo dell’Unione replica con queste parole ai dubbi delle due formazioni maggiori della coalizione di centrosinistra: «C’è bisogno - ribatte Sarfatti - di ringiovanire la classe dirigente italiana. I partiti devono capirlo: il Parlamento non può essere fatto a loro immagine e somiglianza. La società civile deve svolgere un ruolo effettivo. E comunque il partito democratico è un processo che deve nascere dal basso».

Dunque, rischia di riaprirsi una questione che non è indolore per il centrosinistra. Ma Quercia e Margherita sono unite nel respingere nuove tentazioni di liste civiche. Del resto, è stata proprio questa una delle condizioni che Piero Fassino e Francesco Rutelli hanno posto a Romano Prodi. «Non esistono liste civiche se non nel Friuli di Illy», replicano al Botteghino dove non intendono riaccendere una miccia che potrebbe far vacillare l’alleanza. Altrettanto netto il responsabile Enti Locali dei dielle Peppe Fioroni. «Liste civiche per il partito democratico nel Nord? Non è una questione all’ordine del giorno, questa è una storia chiusa che non può riaprirsi».

Veramente in Lombardia vorrebbero riaprirla, e non solo lì: anche in Piemonte e in Veneto. «Tutte chiacchiere», taglia corto Fioroni. Ma Sarfatti continua a sperare in un atto di resipiscenza da parte di Margherita e Ds. E si rivolge soprattutto al partito di Fassino: «La generosità della Quercia - dice il coordinatore regionale della Lombardia - è stata grandissima e io mi auguro che continuino su questa strada...».

Corriere della Sera, 2.2.2006