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NOTIZIE DAL TERRITORIO
n. 1415
del 27/03/2006
CENSURA E LIBERTA' DI INFORMAZIONE - PADOVA 14 GENNAIO 2005
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Gentilisimo Armando Della Bella,

a quasi un anno di distanza permettimi di ricordare quello che è stato un momento di alta politica partecipativa, un'occasione in cui molti hanno respirato finalmente un'aria di cambiamento e di progettualità diversa dallo stantio panorama politico di questi anni. Ebbene quella sera indimenticabile c'ero anch'io e vorrei consegnare alla memoria collettiva di tutti noi i concetti espressi in quell'occasione.

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DALLA CONFERENZA DI PADOVA 14 gennaio 2005: CENSURA E LIBERTA' DIINFORMAZIONE

Il 14 gennaio 2005 è stata organizzata a Padova un'importante conferenza con dibattito pubblico intitolata: “Censure e condoni. Valori di libertà?”. L'evento ha attirato alla Fornace Carotta di Via Siracusa più gente del previsto. I numeri parlano di oltre seicento persone, nonostante la presenza di una fitta nebbia. Inevitabile qualche disagio per il pubblico (gran parte del quale ha dovuto rimanere in piedi o seduto per terra), dato che gli organizzatori non si aspettavano una tale partecipazione.

Un paio di relatori non hanno potuto partecipare: Peter Gomez, giornalista, coautore assieme a Marco Travaglio del libro “Regime”, e Giulietto Chiesa, giornalista e parlamentare europeo, fondatore di Megachip associazione che tenta di dare risposte alla crisi del mondo dell'informazione. Sono regolarmente presenti Marco Travaglio, Oliviero Beha e Gianfranco Mascia. In rappresentanza di Megachip partecipa Salvatore Scaglione, presentato come braccio destro di Giulietto Chiesa, mentre come moderatori sono arrivati Angelo Morini, giornalista di Canale Italia, già candidato alle scorse elezioni europee, e Sandro Bianda, giornalista di una tv locale.

Il successo di pubblico viene sottolineato subito da Armando Della Bella, il quale, dopo una presentazione dei relatori, inquadra il tema della serata. La provocatoria domanda posta nel titolo della manifestazione è ovviamente anche retorica.

Della Bella punta subito il dito contro il governo: "un treno che scorre sui binari della censura e dei condoni", e snocciola una serie di dati ed aneddoti, tra i quali l'incredibile censura capitata al comico Paolo Hendel reo, secondo il direttore di Rai1 Del Noce, di voler fare satira in una rete in cui non è prevista la satira. Siamo alla censura senza pudore in cui questi nuovi censori, forti di una informazione a senso unico, non hanno nessuna vergogna e presentano le loro oscenità con l'arroganza di chi sa che nessuno oserà sfidarli, o meglio, nessuno ne avrà la possibilità sui mass media di regime.

Della Bella aggiunge ancora "lo stato della RAI è fuori dalle regole, essendo il consiglio di amministrazione privo da tempo del presidente di garanzia, ma di questo non si preoccupa nessuno nonostante i richiami dei presidenti di Camera e Senato. Il quadro complessivo ricalca fedelmente il programma della loggia massonica “P2”, conosciuto come “Piano di rinascita democratica”. Manca solo l'ultimo tassello : il controllo sulla magistratura".

Della Bella tocca anche altre questioni: finanziaria, lavoro, leggi “salva tizio e salva caio”, debito pubblico e patto di stabilità europeo, abusi edilizi (villa certosa), proposte di legge scandalose, come quella dell'On. Carlucci per “condonare la tomba etrusca che uno casualmente si trova in casa” (!!!), andando di fatto a legalizzare i furti d'opere arte e di reperti archeologici. Forte il richiamo che Della Bella fa sulla necessità di una politica che riproponga al centro della propria azione la "Questione morale".

L'informazione è il tema su cui si incentra l'intervento di Travaglio e si capisce subito che sarà l'argomento principale della serata. Travaglio inizia annunciando che il governo spagnolo di Zapatero ha l'intenzione di separare dall'influenza della politica e dei partiti le due reti pubbliche spagnole, rinunciando egli stesso al suo “diritto” di rivoluzionare consigli di amministrazione e palinsesti. Insomma un educativo ed esemplare “giù le zampe” dalla televisione, che Travaglio indica come istruttivo per il mondo politico italiano, sinistra compresa, colpevole di non aver risolto durante la scorsa legislatura, la questione sulla situazione della televisione italiana.

Travaglio, inoltre, evidenzia come il possesso di tre reti pubbliche e commerciali da parte di un solo soggetto riesca a creare una forte sudditanza psicologia dei dipendenti nei confronti del padrone e ciò porti molti giornalisti ad autocensurarsi. E' quindi evidente la distorsione tipicamente Italiana, dove il Presidente del Consiglio possiede gran parte dei mezzi di informazione. "Il fenomeno censura – continua Travaglio - non danneggia solo i diretti destinatari della stessa, Santoro, Biagi, De Bortoli e gli altri, ma danneggia tutti, in quanto impedisce una corretta informazione, necessaria alla formazione dei giudizi".

Salvatore Scaglione si riallaccia al tema dell'autocensura partendo dal regime del ventennio fascista. La rinuncia a protestare e ad esprimere il proprio pensiero tipiche di quel periodo erano forme di autocensura. Come è autocensura l'accettazione di comportamenti antidemocratici entrati a far parte nei costumi dei politici di oggi.

A questo proposito Scaglione ricorda l'episodio della giornalista allontanata da una conferenza stampa della lega perché non gradita. Il fatto che gli altri giornalisti non si siano alzati solidali con la giornalista allontanata è un esempio di autocensura.

Secondo Oliviero Beha la censura è un allontanamento maggiore o minore dalla libertà di espressione e, indubbiamente, l'Italia di oggi è un paese in cui la censura esiste. "Se di questo fatto all'estero riescono a rendersene conto più che in Italia - afferma Beha - dobbiamo chiederci cosa siamo diventati noi italiani. Sotto quest'ottica Berlusconi rappresenta certo l'esempio peggiore e da battere alle prossime elezioni, ma questo non è sufficente , altrimenti correremo il rischio di ritrovarci in un'italia “berlusconizzata” anche senza Berlusconi.

Bisogna cambiare scala dei valori. Essere di sinistra vuol dire avere dei valori diversi da quelli della destra. Oggi accade invece che la sinistra è così solo di nome, ma ripropone nei fatti gli stessi comportamenti della destra. La Palombelli, per esempio, moglie diFrancesco Rutelli, ha appena firmato un contratto da 380.000 € con laRai, nel momento stesso in cui da sinistra ci si lamenta per il consiglio di amministrazione e per la censura che si opera nei programmi di informazione. Invece, proprio perché non esistono le condizioni per fornire un'informazione corretta nelle tv di stato, la sinistra dovrebbe decidere di non partecipare più ai programmi, guadagnandoci in moralità ed immagine, dando così l'importante messaggio di differenziarsi dalla destra in una tv che non offre garanzie".

Gianfranco Mascia va alle origini del malcostume politico Italiano,parlando dei padri della costituzione e dell'art. 49 della Costituzione. L'articolo in questione (1) disciplina la libera associazione in partiti da parte dei cittadini. Fin da subito i partiti stessi si opposero all'introduzione di un ulteriore comma all'art.49 Cost, che obbligava i partiti a scrivere e depositare i propri bilanci. L'opposizione all'inserimento di questo comma era giustificata dal fattoche sarebbe risultato chiaro l'influenza economica di U.R.S.S ed U.S.A nella nascita della nostra prima repubblica.

I finanziamenti poco chiari ai partiti continuati anche dopo la legge del '74, che tentò in qualche modo di regolamentarli, sono l'humus su cui il fenomeno Berlusconi ha potuto crescere. Dieci anni prima di tangentopoli questo malcostume veniva denunciato da Enrico Berlinguer. Sandro Pertini nel discorso di fine anno '81 dichiarò che non poteva più rimanere al suo posto chi fosse stato invischiato nella trappola della P2. Insomma, campanelli d'allarme a segnalare il degrado della politica ce ne sono stati, ma sono passati inosservati.

La sinistra - secondo Mascia - dovrà far vedere che vuole effettivamente cambiare, redigendo finalmente un programma, spiegando con chiarezza quali sono le leggi che il governo di destra ha promulgato e che dovranno essere cancellate.

La riunione del 14 gennaio è stato un'occasione oltre che per un confronto ed un dibattito con i cittadini di Padova ed i Relatori anche motivo per la presentazione dei libri : di Travaglio – Regime - e di quello meno famoso di Oliviera Beha - Sono Stato io - ma non meno interessante.

Il libro di Beha si sviluppa in un' Italia contemporea dove protagonista è un giornalista con una forte crisi esistenziale, per l'impatto con la cosidetta età matura ed il ruolo di padre. In crisi professionale, per l'impossibilità di svolgere il proprio lavoro liberamente, ed in crisi politica. Il libro di Beha è un resoconto della decadenza culturale di un Paese che sta rapidamente regredendo, parte di un pianeta globalizzato, inaridito dal denaro, che sembra aver smarrito il senso del futuro, incapace di sopportare sia la guerra che la pace (2).

Il libro di Travaglio affronta i temi dell'informazione e del potere mediatico in grado monopolizzare le menti dei cittadini, impedendo a quest'ultimi di sapere e di pensare.

(1) Art.49 Cost: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

(2) Tratto dalla presentazione del libro di Oliviero Beha : SONO STATOIO - editore Marco Tropea.

Giorgio Scarabello