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EDITORIALI E COMUNICATI
n. 984
del 13/10/2005 IL CASO CHIESA, LETTERA AL PARTITO
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non sempre la legge dantesca del contrappasso ci attende sull’altra riva del fiume Acheronte. Capita, qualche volta, di sperimentarla ancor prima di salire sulla barca di “Caron dimonio dagli occhi di brace”. Ho riflettuto molto su questa esperienza dopo aver letto il violentissimo attacco sferrato ad Antonio Di Pietro dall’On Giulietto Chiesa. Quante lacrime e quanta rabbia ho dovuto ingoiare leggendo il servizio a pag. 9 del Corsera del 12 ottobre! Sembra passato un secolo ed era ieri, quando mi scontravo con il Presidente, nell’indifferenza pavida o complice della maggior parte dell’Esecutivo nazionale, chiedendogli di riflettere bene. Di non consegnare al gruppo di Occhetto il seggio in prima battuta, di non umiliare ancora una volta il partito, i nostri elettori e, per ultimo, la mia modesta persona che, per aver dato il sangue all’IDV assai di più che per i 12.500 voti di preferenza ottenuti, avrebbe forse meritato maggiore considerazione del Dr Chiesa. Era un muro di gomma, il Presidente. Aveva deciso da tempo e, come sempre, da solo! Niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea. Oggi, viene ripagato con questa aggressione che, per la gravità delle accuse e la credibilità della fonte, potrebbe avere conseguenze devastanti. Il rischio, cioè, che al declino politico ormai inarrestabile si aggiunga anche quello morale, dal momento che si allungano ombre inquietanti. Che fare? Si può assistere a tutto ciò senza reagire? Possibile che non ci si renda conto che tutto sta volgendo all’epilogo? Gli attuali dirigenti dell’IDV somigliano ogni giorno di più a quello sciame di topini dei cartoon ammaliati dal suono del flauto, allegramente diretti verso il precipizio. Scusate la brutalità, cari amici, ma in questi momenti decisivi e drammatici a che serve la diplomazia? Ieri, nonostante tutto, ho inviato al Presidente l’ennesimo messaggio di disponibilità al confronto e al dialogo: non ce ne saranno altri. Credo che in politica vi sia un’ultima spiaggia soltanto quando si decide di non nuotare più. Infatti, l’esperienza professionale mi conferma che dalle crisi si esce sempre con una duplice opportunità: la crescita oppure la definitiva involuzione. Fra qualche giorno (ed è questo il secondo, incredibile caso di contrappasso in vita!), all’esito delle primarie e con la prospettiva della nuova legge elettorale, PARTECIPAZIONE sarà la sola chance rimasta ad Antonio Di Pietro per tentare di arginare l’aggressione alla sua immagine e salvare il futuro del partito che ha fondato nel 1998. Per una volta il Presidente dimostri umiltà e saggezza e l’ “Esecutivo”, recuperi un minimo di dignità, lo aiuti in questo sforzo positivo. Noi siamo pronti a sederci intorno a un tavolo per discutere. Oppure ad andare avanti per la nostra strada. Nell’un caso e nell’altro, per il superiore interesse dell’Italia dei Valori. Un caro saluto. on Beniamino Donnici - Assessore Regione Calabria al Turismo e Beni Culturali |